Chi sono

Il mio nome è Alessandro Musumeci, sono il fondatore del progetto “Il Calcio Nordico” ed il Responsabile scouting della MdR Sports Management.

Parlando de “Il Calcio Nordico“, mi piace chiamarlo progetto. Questo perché non si limita al sito internet ma ha un’esistenza piuttosto vivace anche su piattaforme come Facebook, Instagram e Threads.

Nato e cresciuto a Messina, ho deciso di trasferirmi in Francia per allargare i miei orizzonti professionali e personali.

“Il Calcio Nordico” nasce inizialmente per gioco. Quando ho creato la pagina Facebook, si chiamava “Bjarnason figlio di Odino”. Prendeva il nome da Birkir Bjarnason, noto centrocampista islandese. Lo scopo iniziale era quello di raccontare ciò che accadeva nel Calcio del Nord Europa, in chiave un po’ ironica. Con il passare del tempo e con il sempre crescente interesse da parte del pubblico, ho deciso di dare un’impronta più seria, senza però rinunciare ad un pizzico di sana ironia.

La pagina cambia nome in un momento molto particolare.

Vengo chiamato come ospite dalla Gialappa’s Band per commentare i Mondiali del 2018. Chiamato in qualità di esperto di Danimarca e Svezia (definizione che non sentivo mia e che mi faceva sorridere). Esperienza per me fantastica, dato che li ho sempre considerati i miei idoli. Prima di una delle puntate, parlo in camerino con il Signor Carlo (Carlo Taranto) che mi dice:

CT: “Certo che quel nome è inguardabile, non ti aiuta. Figurati se la gente se lo ricorda. Prova a mettere qualcosa di più semplice”.

AM: “Beh effettivamente. “Il Calcio Nordico” ti piace?”

CT: “Sicuramente meglio!”.

A quel punto ho deciso di cambiare nome. Se lo dice lui, per me è automaticamente legge!

Quelle puntate su Mediaset Extra mi hanno dato visibilità e la pagina Facebook è passata da 500 a circa 2000 followers. A quel punto ho capito che avrebbe avuto senso continuare con convinzione e provare a condividere la mia passione con chi fosse disposto a leggere i miei contenuti.

La reazione è stata sorprendente. Sembrava proprio che ci fosse una voglia enorme di condividere esperienze vissute nel Nord Europa per alcuni e per altri quella di scoprire un nuovo mondo sia dal punto di vista calcistico che culturale. Inizio a conoscere tante persone ed alcune di queste diventano anche amici nella vita reale.

Tra i ragazzi conosciuti in pagina, mi capita di parlare con Andrea. In quel periodo studiava all’università in Islanda ed era in classe con il fratello di un calciatore famoso. Mi propone un’idea che fino a quel momento non avevo mai preso in considerazione, ovvero quella di intervistare i calciatori. Accetto ed il compagno di corso avverte quindi il fratello. Il calciatore è favorevole e disponibile. Ecco che nasce la possibilità di parlare con Hörður Björgvin Magnússon (intervista qui).

Uno di quelli che invece oggi posso davvero chiamare amico (Valerio), mi ha ospitato addirittura a casa sua a Copenhagen e mi ha permesso di vivere la città per una settimana piena (addirittura più volte… sei un santo). Una bellissima esperienza che mi porta a fare la mia prima intervista dal vivo a bordocampo (cliccate sul nome Brandrup per avere accesso all’intervista) ma soprattutto di poter assistere ad una partita del mio club preferito. Il Lyngby BK.

Con il passare del tempo la pagina è cresciuta e ha toccato addirittura l’estero.

Mi arriva un messaggio dalla Danimarca. A scriverlo è un membro dello staff del Lyngby BK. Mi invita ufficialmente per il derby contro il Nordsjælland ed in quella occasione mi permette di visitare le strutture del club, conoscere lo staff tecnico compresi allenatore e assistente, mi racconta storie sul LBK, mi permette di vivere il pre-partita nei loro uffici ed in quella occasione ho diritto ad una breve lezione su come fare scouting giovanile in Danimarca. Considerate che quello del Lyngby è uno dei migliori settori giovanili della Scandinavia. Decide di darmi addirittura accesso allo spogliatoio prima della partita ed in più mi regala una maglia autografata da tutti i ragazzi. Maglia che ovviamente tengo incorniciata a casa. Esperienza incredibile, nata dalla loro gentilezza nel voler premiare la mia passione e dedizione.

 

Un’altra esperienza che per me ha molto valore, è stata la possibilità di realizzare un capitolo del libro “L’altra faccia del Milan” scritto dall’ottimo Enrico Fonte. L’obiettivo – chiaro fin dall’inizio – era quello di devolvere tutto l’incasso in beneficenza a Fondazione Milan. Per me è stato un onore sia per l’importanza del libro ma soprattutto per lo scopo finale di questa opera.

Sicuramente starò saltando diversi momenti chiave ma voglio raccontarvi solo a grandi linee il mio percorso con la pagina.

Durante la pandemia decido di concentrarmi molto sul primo sito internet. Questo appena creato è il terzo. Quello è stato un periodo molto attivo per me dal punto di vista della scrittura, dato che l’ho visto come un’occasione per viaggiare con la mente e magari aiutare i ragazzi della pagina a distrarsi. La maggior parte delle interviste che vedete, le ho realizzate proprio in quel periodo. Per non parlare di una marea di lunghi articoli che condividevo con cadenza quotidiana o dei quiz creati in pagina.

Usciti da quel periodo infernale, arriva Euro 2020… nel 2021. La Gialappa’s Band si ricorda di me e mi chiama come ospite. Inizialmente con tremendi collegamenti da casa – considerando il periodo e la distanza – ma poi ho deciso di vivere con loro la semifinale tra Danimarca ed Inghilterra dagli studi di RDS. Ancora una splendida esperienza.

Un’altra fantastica avventura è nata quando Gioele, giornalista e bravissimo telecronista di Sportitalia, mi ha offerto la possibilità di commentare una partita dell’Allsvenskan. Altro viaggio verso Milano, che per me è una specie di Terra Santa ormai e commentiamo insieme la sfida tra Hammarby e Sundsvall. Quasi superfluo dire che lui sia stato un padrone di casa perfetto, facendomi sentire totalmente a mio agio sia prima che durante la telecronaca. Non è stato facile dato che quello non è il mio mestiere ma dai feedback ricevuti sui social, direi che è andata bene!

A fare da sfondo a tutto questo, c’era e c’è ancora la mia attività di Scout calcistico. Ho avuto la possibilità di lavorare con tre agenzie (mai contemporaneamente). Lavoro nato grazie alle innumerevoli analisi fatte sui calciatori nordici.

Quando si accorgono della mia esistenza? Quando cercavo di gridare al mondo quanto fosse forte un ragazzino che aveva appena esordito con la maglia del Molde. Un certo Erling Haaland.

In quel periodo l’attenzione mediatica sul Calcio Nordico era molto bassa quindi nel mio piccolo, ero riuscito a mettere su qualche radar il nome del ragazzo. Il problema è che non avevo l’autorevolezza per essere creduto o semplicemente ascoltato. Quando poi hanno visto Haaland riuscire, insieme a tanti altri ragazzi che citavo nello stesso periodo, sono arrivati i primi messaggi. Da quel momento si sono aperte delle porte per me ma anche per i calciatori nordici. Per loro non si sono aperte grazie a me chiaramente ma grazie all’attenzione portata da Haaland su tutto il movimento. La situazione che viviamo oggi, è un grosso risveglio dell’attenzione sul Calcio Nordico, scaturito dalle prestazioni del norvegese. I calciatori nordici hanno sempre avuto un ottimo livello e delle caratteristiche importanti ma in quel periodo, si guardava spesso altrove. Penso soprattutto al Sudamerica.

Le prime due esperienze mi sono servite a capire meglio questo mondo, la terza (MdR Sports Management) mi ha dato la consapevolezza di avere davvero una voce e che il mio lavoro potesse fare la differenza. Infatti tramite una mia segnalazione, seguita chiaramente da un report dettagliato e poi dall’essere già in contatto con il calciatore, ho contribuito al trasferimento di Árni Vilhjálmsson dal Breiðablik al Rodez, squadra che militava nella Ligue 2 francese. Grande soddisfazione personale, che considero come il primo mattone di quello che voglio costruire nel mio futuro.

Penso di avervi già annoiati abbastanza, anzi dubito che ci sia anche un solo coraggioso (o folle) arrivato fin qui. A grandi linee questo è ciò che mi è successo con la pagina. Chiaramente è inutile parlare delle ore passate a studiare e documentarmi, delle partite andate a vedere, delle interviste che trovate in pagina o delle interviste fatte a me da radio e/o progetti simili. Tutto quello che ho fatto per avanzare resta a me, voi dovete solo vedere i risultati. Come in ogni lavoro.

Grazie a chi è arrivato fin qui ma grazie anche a chi non ha letto neanche una riga e mi sostiene in maniera diversa. Nel momento in cui scrivo, la pagina Facebook vede 44000 persone al suo interno, quella Instagram 5000, quella Threads 1000. Numeri per me incredibili se penso ai primi post in cui speravo che almeno il mio migliore amico e la mia ragazza mettessero “mi piace” quasi (senza quasi in realtà) per pena.

Grazie davvero. Spero di realizzare ancora tante altre cose ed avere il piacere di condividerle con ognuno di voi!

Alessandro

 

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