(Intervista del 22 gennaio 2019)
La notizia è arrivata ieri, le strade dell’AFC Eskilstuna e di Gianluca Curci si sono separate. Ho avuto la fortuna di poter discutere proprio con il diretto interessato riguardo a questa vicenda e di ripercorrere insieme le tappe più importanti della sua carriera.
Il capitolo Eskilstuna
Grandissimo protagonista dell’incredibile promozione del club, Gianluca Curci ci racconta brevemente la sua esperienza svedese. Raggiunto il club dopo un’esperienza non semplicissima al Mainz, ci ha messo poco a diventare fondamentale. Talento e tanta esperienza lo hanno portato ad affermarsi come uno dei leader e addirittura a battere a fine stagione, il record di partite con reti inviolate della storia della Superettan (ben 20). Record che lui stesso mi dirà essere stata «una grande rivincita». Indimenticabile tra tutte la parata negli ultimi istanti del ritorno dello spareggio contro il Brommapojkarna, Questo intervento sancirà la definitiva vittoria e conseguente promozione in Allsvenskan.
La curiosità più grande, avendo la possibilità di parlare con un protagonista diretto di questo mondo era quale concezione si abbia dall’interno, dell’ambiente del calcio Italiano e di quello Svedese soprattutto dal punto di vista mediatico e delle aspettative. Non ha esitato a confermare che «In Svezia è tutto differente, si vive il calcio solo come uno sport. In Italia c’è più pressione». Alla notizia dell’addio, soprattutto sui social, i tifosi hanno mostrato il proprio disappunto, consapevoli di aver perso uno dei punti di riferimento della squadra proprio alle porte del ritorno in Allsvenskan. Dopo avergli riportato la notizia, ha risposto: «Anche io sono molto dispiaciuto. Tifosi, giocatori e città sono veramente fantastici». Rescissione consensuale che apre tante alternative, aspettiamo di saperne di più con la speranza di vederlo ancora in uno dei nostri campionati. L’unica certezza è che da questa esperienza svedese, esce vincitore su tutti i fronti.
Gli anni in Serie A e l’esordio in Champions League
Quando si pensa a Gianluca Curci è inevitabile associare il suo nome a quello dell’AS Roma. Cresciuto nel settore giovanile dei Giallorossi, tante presenze con la nazionale Under 21, farà il suo esordio in Serie A contro il Parma a soli 19 anni e sarà una prestazione formidabile. Rievocando questa partita, la sua risposta non poteva che essere: «Ricordi fantastici».
Non da meno l’esordio in Champions League contro una corazzata come il Manchester United: «Giocare in Serie A è stato un sogno, figuriamoci in Champions contro Rooney, Ronaldo, Van der Sar, Rio Ferdinand ecc». Una volta citati questi grandi nomi, non potevo astenermi dal porre domande sulle sue sfide in Serie A. In ben 186 presenze (tra Roma, Siena, Sampdoria e Bologna) ne ha sfidati di campioni. La mia curiosità verteva su quale fosse l’avversario più forte mai affrontato e quale compagno di squadra gli avesse dato più filo da torcere in allenamento, la risposta è semplicemente geniale: «In allenamento sicuramente Totti, da avversario sempre lui quando non giocavo a Roma». Che fuoriclasse l’eterno capitano Romanista.
Rappresentando il Calcio Nordico, non potevo non chiedere di lui, un’icona del nostro calcio, l’uomo che ha messo a ferro e fuoco la Serie A per circa 7 anni: «Ibra mi ha segnato anche, grandissimo giocatore».
Essere portiere
Essere portiere è diverso. Solo chi lo è davvero può capirne sensazioni e stati d’animo. Tra i portieri c’è anche grande solidarietà. Come detto il suo legame con la Roma è davvero forte e ne conosce bene l’ambiente. Coincidenza vuole che proprio un portiere svedese ne stia difendendo i pali. Roma, in particolare per un portiere, può essere complicata da gestire ed infatti mi chiedevo quale tipo di consiglio si potesse dare ad un collega che vive questa avventura: «di continuare ad allenarsi come sta facendo da un grande allenatore dei portieri e di non ascoltare le eventuali critiche perchè Roma è una piazza bella ma difficile. Ora sta facendo molto bene quindi tifo per lui».
Ci sono momenti nella carriera di un calciatore che anche se magari non passano alla storia, rappresentano tanto per l’atleta stesso. Ecco qual è stato il momento di Curci: «diciamo che il rigore che mi ha cambiato è stato nel 2005 a marzo contro la Fiorentina nei quarti di finale di Coppa Italia a Miccoli». Il gol avrebbe eliminato la squadra capitolina, che invece tenuta in vita da questo intervento, ottenne la qualificazione in semifinale grazie al rigore sbagliato da Ujfaluši.
Praticamente tutti da giovani cresciamo con degli idoli, pochi privilegiati riescono a conoscerli, ancora meno addirittura a giocarci contro. Alla mia curiosità riguardo a chi fossero i suoi idoli e a chi si ispirasse ha risposto: «Il più forte di tutti è Buffon, mi sono ispirato a lui e Peruzzi». Beh, come dargli torto. Dopo aver citato Buffon, la mia mente è tornata alla parata nello spareggio, associandola (con le dovute proporzioni) ad una delle parate più celebri del fenomenale collega.
Ci sarebbero state tante altre storie da raccontare ma ci fermiamo qui. La sua carriera è ufficialmente rilanciata ed il merito oltre che suo è anche del Calcio Svedese. Questa è una bella soddisfazione per noi amanti di questo mondo. Non ci resta che seguire gli sviluppi di mercato, con il sincero augurio di continuare a battere record e mostrare ancora una volta che Gianluca Curci fa ancora la differenza.
Ci tengo a ringraziare Gianluca Curci per il suo tempo e la sua disponibilità. Oltre che un grande atleta si è dimostrato una persona umile ed elegante. Un vero numero 1.
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